Commercio in crisi!
Il
commercio è il settore che più di ogni altro sta pagando il costo di una crisi
durissima, i piccoli negozi chiudono, ogni giorno una saracinesca si abbassa e
un luogo abitato, illuminato, di scambio, di relazione, diventa silenzioso, pericoloso, spento, senza
vita.
Nessuno
sembra prendere atto di questa moria quotidiana, nessun amministratore pubblico
si vede per strada, neppure quelli eletti all’opposizione, eppure l’emergenza
richiederebbe una seria e approfondita analisi e soluzioni appropriate a
cominciare da qualche piccolo incentivo
come la riduzione della tassa dei rifiuti, vista la situazione o la possibilità
di abbassare gli affitti riconoscendo ai proprietari disponibili degli sgravi
fiscali.
Sono tante le azioni positive che un Comune
attento potrebbe intraprendere,
cominciando dall’ascolto di chi ogni giorno lavora in condizioni
difficili, uscendo dagli schemi rituali di
sempre, per cui sono solo le organizzazioni
con i loro iscritti a detenere l’egemonia del commercio, usufruendo
ingiustamente di risorse, di ascolto privilegiato, di attenzioni particolari,
di supporti mediatici.
Il
Comune ha il dovere di trattare tutti allo stesso modo, sia chi è iscritto alle
associazioni e chi no, ha il dovere di promuovere la città con le sue attività,
tutte, non può privilegiare questo o quello, ma si deve dotare di un suo
progetto applicabile senza alcuna
differenza a tutti i commercianti. Ogni commerciante della città deve essere
informato dall’ufficio competente di iniziative che lo riguardano, e ogni
commerciante del centro o della periferia ha diritto nello stesso modo ad
iniziative che lo sostengono e lo promuovono.
Il
denaro pubblico non può essere usato in modo scorretto, principio basilare
delle democrazie rappresentative che devono assolvere all’idea di eguaglianza tra i cittadini con
trasparenza e professionalità.
Chiedo
troppo?
Annamaria
Beretta
Titolare
di Rosantico in via Pace 13 a Brescia