Il blog dei commercianti e dei piccoli imprenditori di Via della Pace a Brescia

sabato 10 agosto 2013

Democrazia partecipativa


Tutto cambia, lo vediamo ogni giorno, cambiano gli stili di vita, il modo di comunicare, persino il tempo ha variato il ritmo delle stagioni, solo la politica è immobile, la ritualità è quella di sempre, decisioni prese nel chiuso delle stanze, senza consultare i cittadini interessati. Chi è eletto si arroga il diritto patriarcale di fare il meglio per gli altri, si sente investito, come il cavaliere di un ordine medioevale, di una missione molto speciale, un voto è considerato una delega in bianco, e la voce dei cittadini non è neppure presa in considerazione.

La democrazia partecipativa richiede altri stili, una continua condivisione e partecipazione alle scelte, l’eletto è il portavoce temporaneo che rende un servizio alla comunità, a differenza di chi nella Politica mette radici e da servizio lo trasforma in mestiere, dannoso. Purtroppo la Politica è invasa da questi individui, capaci di occupare il potere e trarne guadagno, facendo credere di agire per il bene comune.

Si è deciso di chiudere al traffico zone del centro storico, decisione in sé né giusta o sbagliata, tutte le belle città del mondo hanno una zona pedonalizzata ma è il metodo che non va bene. Ogni decisione va presa sentendo la voce di tutti,  critiche e suggerimenti compresi.

Che in città ci sia una segnaletica poco comprensibile, è sotto gli occhi di tutti, non sono chiari  i tempi di accesso, le modalità e i luoghi dei parcheggi, non è sufficientemente divulgato  l’utilizzo dei mezzi pubblici, semplici informazioni logistiche  da dare a  chi in città ci lavora, ci vive o ci viene per ragioni economiche o turistiche.

E se qualcuno, a ragione,  su questi temi,  scrive all’amministrazione  e non ottiene risposta, denota quanto siamo lontani dalla consapevolezza che, nelle democrazie,  il cittadino è il vero sovrano e non chi governa. 

Annamaria Beretta

Titolare di Rosantico

giovedì 8 agosto 2013

Bellezza della città, negozi, attività, cibo e vino del territorio!


 
Continuo a scriverlo, si esce da questa crisi con un cambio di passo, nulla è e sarà più come prima, ciò che è stato fatto finora ha fatto il suo tempo, dobbiamo uscire dalla logica che  qualcuno a tavolino pensi ai progetti rivolti a pochi e pagati da tutti. Vorrei che in campo entrassero nuove idee, non costose, punti di vista diversi capaci di portare davvero aria nuova, altrimenti sono sempre e solo parole.  Sinergie semplici, obiettivi comuni, capacità di fare squadra, questo è tutto ciò che serve. .

Un assessore al commercio ha il dovere di pensare a tutta la città, non a un francobollo di centro o a segmenti di centro,  dove si giocano gli eventi o gli interventi ma l’intera  città dev’essere coinvolta, in un unico progetto fatto in tempi diversi, con  un unico metodo, quello di  dare voce ai protagonisti,  incontrandoli ed ascoltandoli,  e non a chi,  pagato,  si vuole  occupare di loro. Le problematiche sono uguali e tutti hanno diritto alle stesse attenzioni. Questo è un principio finora mai applicato. Vogliamo cambiare aria?

Leggo che i turisti in visita si lamentano degli orari dei negozi, bene, questa critica fornisce uno spunto per trasformare ogni negozio in luogo di promozione della città, è così difficile? Un minimo di organizzazione, qualche volantino ben fatto, con la storia dei luoghi, delle chiese,  dei monumenti, dei prodotti,  potrebbe essere l’inizio di un dialogo anche con il residente, invogliato a entrare per la richiesta di informazioni  di cultura, di storia, di aneddoti. Nell’omologazione di oggi, ogni diversità è preziosa, va promossa e sostenuta.

Bisogna agire con tempestività, domani potrebbe essere già troppo tardi, e mettere in campo azioni coordinate, per tutti,  partendo dalla realtà, Brescia è bellissima non manca nulla, dotata pure di un titolo Unesco,  questa è già una prima proposta, da valorizzare, il passo successivo, accanto alla bellezza promuoviamo le attività e con loro, i cibi e i vini del territorio. Non è difficile, non serve un’agenzia ma solo la voglia di crederci,  un po’ di democrazia partecipativa  e buona volontà. Risparmiamo il denaro, facciamo circolare le  buone idee.

Annamaria Beretta

Titolare di Rosantico